La cura dei fiori e delle piante 

piccoli consigli per farli vivere più a lungo

La cura dei fiori recisi

Piccole note affinché possiate godere il più a lungo possibile del colore e della bellezza dei fiori recisi che avete acquistato o Vi sono stati donati.

Non esporre i fiori alle correnti d'aria e neppure vicino a qualunque fonte di calore perché in tal modo viene accelerata l'evaporazione dell'acqua dalle foglie e dal fiore che non può essere compensata dall'aspirazione dei fiori dell'acqua dal vaso.Un ambiente asciutto e caldo fa sempre avvizzire velocemente i fiori come pure il vento.

Mettete immediatamente i vostri fiori in un vaso con acqua più possibile fresca e pulita dopo averlo ben sciacquato, se necessario anche con candeggina.

Cambiate l'acqua con regolarità, al massimo ogni due giorni.

Dopo qualche giorno, oltre a cambiare l'acqua, può essere necessario accorciare di qualche centimetro il gambo del fiore con una lama affilata.

Togliere sempre le foglie inferiori in modo che non siano a contatto con l'acqua.

Durante il giorno, areare la stanza in cui si trovano i fiori, in modo che possano "respirare".

Per rallentare il declino dei vostri fiori, è importante utilizzare un antibatterico, preferibilmente naturale: ad esempio, potete versare 1 cucchiaio di aceto per ogni litro d'acqua oppure far sciogliere nell'acqua del vaso un'aspirina o 2 gocce di candeggina.

  • La cura delle piante 

Piccole ma fondamentali regole per ottenere tante soddisfazioni dalle Vostre piante.

Garantite alle piante un'illuminazione buona: non esponetele mai al sole diretto, in particolare nelle ore più calde e durante l'estate. Le zone più ricche di luce sono sempre quelle in prossimità delle finestre e delle pareti vetrate, in questi luoghi devono essere esposte sempre le piante da fiore e quelle dal fogliame colorato o grasse.

Le piante acquistate dal fiorista e cresciute in serra non tollerano normalmente la luce diretta del sole. Solo alcune specie si possono adattare ma occorre abituarle piano piano, meglio se fin dalla primavera. 

Non effettuate frequenti spostamenti, in questo caso, infatti, le foglie continueranno a sperimentare nuovi adattamenti, ruotando alla ricerca dell'illuminazione ideale. Quando vengono spostate soffrono proporzionalmente alla differenza tra il nuovo ambiente ed il precedente.

Per annaffiare, utilizzate sempre acqua a temperatura ambiente, mai fredda, inoltre, se usate l'acqua del rubinetto, fatela decantare per almeno un giorno prima di sfruttarla per le irrigazioni, in questo modo il disinfettante in essa contenuto evaporerà. Cercate sempre di svuotare il sottovaso ed evitate di lasciare l'apparato radicale esposto al pericolo di marciumi ed asfissia.

Usare il fertilizzante nel periodo di crescita della pianta, tra marzo e settembre facendo attenzione a non superare la dose prescritta sulle istruzioni.

Se le radici della pianta sono molto sviluppate, se la tua pianta non fiorisce abbastanza o se cresce troppo lentamente, devi cambiarla di vaso. Scegli un vaso con un diametro dai 2 ai 3 cm più grande del precedente. Questa operazione va effettuata di preferenza alla fine dell'inverno, prima della fioritura.

IL KOKEDAMA

I kokedama sono noti come mini bonsai o bonsai volant. Con il termine kokedama si intende un metodo di coltivazione nato in Giappone nel 1600. La differenza principale tra kokedama e bonsai riguarda l'assenza del vaso.

I bonsai infatti vengono coltivati in vasetti, spesso decorativi, delle dimensioni adatte alla piantina, mentre nei kokedama il vaso è assente. Possiamo parlare dei kokedama come di mini bonsai volanti dove al posto del vaso troviamo una palla di fango rivestita di muschio. Kokedama in giapponese significa proprio "palla di muschio" o "perla di muschio".

Cura il kokedama

Innaffia il kokedama per immersione, ma non tutti i giorni: il rischio di far marcire tutto è dietro l'angolo. Meglio nebulizzare acqua con uno spruzzino. Inoltre è poco pratico staccare le sfere dal loro supporto ogni giorno, per poi riappenderle. Senza contare poi che la posizione deve restare quella scelta per evitare "strapazzi" alla pianta. E non vi impensierite se la piantina perde foglie e fiori: è una inevitabile conseguenza della "fase di assestamento" della composizione creata. La cattiva notizia è che la pianta è una creatura viva e risente dei travasi e dei "maltrattamenti", quindi dovete gestirla con accortezza e le giuste maniere. Ma la buona notizia è che si riprenderà.

TILLANDSIE

Tillandsia: è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae, originarie del Centro America. Ne esistono oltre 500 specie ripartite fra 6 sottogeneri. Senza radici sotterranee, assorbono il loro nutrimento dall'umidità dell'aria(conosciute anche come Garofano d'aria). Vivono generalmente sulle cime degli alberi o sulle rocce, nelle zone dove sono più diffuse è comune trovarle anche su pali e fili elettrici oltre che sulle antenne televisive. L'umidità dell'aria è catturata tramite apposite strutture poste sull'epidermide chiamate tricomi che sono aperti quando la pianta è secca e si richiudono sopra una certa soglia di umidità per impedirne l'evaporazione: l'aspetto vellutato di queste piante è dovuto proprio ad essi. Assieme all'umidità, le Tillandsie catturano anche il pulviscolo atmosferico che contiene agenti inquinanti. In ragione di questa proprietà, sono stati eseguiti studi volti ad esplorare l'utilizzo di queste piante come biorivelatori di inquinanti atmosferici, in particolare per rivelare gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), sostanze provenienti dalla incompleta combustione della benzina e del gasolio sospettate di causare il cancro.

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